Impianti di filtrazione industriale: cosa sono, come funzionano
Negli ultimi anni, l’attenzione delle aziende si è focalizzata notevolmente sul tema ambientale, specie nel settore della produzione industriale. Porre un occhio di riguardo maggiore sull’ecosostenibilità significa, ovviamente, rispettare dei canoni etici e pratici relativi alla produzione che rispecchino gli ideali sopracitati, presentando un impatto sull’ambiente minimo.
Ad oggi, occorre un ridimensionamento del mondo del lavoro che lo renda a passo coi tempi e, soprattutto, in grado di far fronte ad un’emergenza, quella climatica, con efficacia. L’aumento considerevole delle temperature e, in generale, i fenomeni climatici catastrofici sono un argomento comune per la stragrande maggioranza dei Paesi del mondo.
Per questa ragione, un’azione mirata con interventi reali è richiesta espressamente alle aziende principalmente coinvolte nei mercati internazionali e, oggi, anche alle realtà più piccole. Fortunatamente, moltissimi contesti industriali si stanno adeguando alle necessità del momento, adottando metodi di produzione di ultima generazione, contraddistinti da impianti e macchinari che rechino maggiore attenzione verso l’ecologia, in modo da contenere i danni provocati dall’uso inconsapevole delle risorse fatto negli ultimi decenni.
Tra i settori che hanno maggiormente preso a cuore queste tematiche, evolvendo in maniera costante nel tempo, citiamo quello relativo agli impianti di filtrazione industriale di cui, in questa guida, scopriremo tutti i particolari relativi alla scelta e al principio di funzionamento dei macchinari.
Impianti di filtrazione industriale, usi principali
Definiamo due macroaree da osservare quando si punta a scegliere un impianto di filtrazione industriale. Ci riferiamo al paradigma dei filtri a maniche e a cartucce, ideali per depurare ambienti polverosi e secchi e ai filtri industriali progettati per la filtrazione delle nebbie oleose. Le aziende di settore producono questo tipo di impianti da diversi decenni ormai. Ciò nonostante, il disinteressamento iniziale delle industrie nei confronti di questi impianti dedicati alla pulizia e alla filtrazione dell’aria ha contribuito ampiamente alla situazione emergenziale in cui il mondo intero verte attualmente.
Oggi, l’installazione di questi impianti di depurazione dell’aria rappresenta una prerogativa tra i dispositivi di salvaguardia ambientale utilizzati dall’industria e non solo, trovando applicazione in diversi ambiti, forti dell’utilizzo di tecnologie di ultima generazione. Negli ultimi decenni, il settore ha assistito ad un incremento della domanda che ha portato, grazie all’innovazione a cui i sistemi sono stati soggetti, all’utilizzo degli impianti anche nella metallurgia dei metalli non ferrosi e nella fonderia delle leghe di rame e alluminio, ad esempio. La crescita, insomma, è stata notevole e giustificata dall’incremento dell’efficienza dei prodotti offerti.
Diverse categorie tra cui scegliere
Come abbiamo visto in precedenza, esistono diversi tipi di impianti di filtrazione e depurazione dell’aria. Iniziamo dai depolveratori a secco. Trattasi di sistemi di filtrazione che abbattono polveri e fumi dovuti a lavorazioni specifiche come la fusione dei metalli, la macinazione, il trasporto, la sabbiatura, sbavatura e lucidatura. Ci sono, poi, i sistemi a secco ATEX che differiscono dai sopracitati per l’insieme di filtri per ambienti esplosivi che li compongono, trovando utilizzo in maniera estensiva nella frantumazione dei metalli ferrosi.
Citiamo, inoltre, i lavatori a umido, anche denominati Scrubber, utilizzati per l’aspirazione e la filtrazione di nebbie oleose, composte da emulsioni di oli e acqua, provenienti dalla pressofusione dei metalli e dallo stampaggio a caldo. Trattasi, in questo caso, di impianti compatti, autopulenti, resistenti e funzionanti con acque di recupero. Insomma, i lavatori a umido si rivelano un ottimo metodo per evitare lo smaltimento, che in questo caso, si presenta come uno spreco di denaro ingente relativo alla manutenzione.
È possibile abbattere le nebbie oleose anche con l’utilizzo di un filtro elettrostatico; ideale per le lavorazioni meccaniche e lo stampaggio a caldo dei metalli. Generalmente, il costo di gestione di questo impianto è più contenuto rispetto a macchinari differenti, ma dalla medesima applicazione. Esistono, poi, impianti per abbattere odori a umido di diversa origine, relativi ad esempio alle fonderie di metalli ferrosi e non ferrosi, generalmente collegati a impianti che eliminano il particolato solido.
Abbattimento del particolato solido
Abbiamo, poi, i macchinari adibiti all’abbattimento di odori a secco che vengono collegati a impianti in grado di abbattere il particolato solido. Parliamo, in questo caso, di filtri a maniche, ad esempio. Non solo costi molto bassi in termini d’investimenti. Questo tipo di sistemi, infatti, assicura spese contenute anche in termini di energie e gestione del sistema.
Citiamo, infine, Depurcity. Sia esso mobile, oppure fisso, esso permette di migliorare la qualità dell’aria, venendo impiegato in contesti cittadini. L’impianto è, in questo caso, adibito all’abbattimento di particelle che presentino dimensioni inferiori al micro di millimetro, i gas e gli odori. Depurcity riesce a trattare 150 mila mc/h per un totale di 3.600.000 mc/giorno.
Come abbiamo visto, questi tipi di impianti adibiti alla purificazione dell’aria nei contesti industriali rappresentano, oggi, uno dei migliori alleati per la lotta all’emergenza climatica che attanaglia la stragrande maggioranza delle aree del mondo. A prescindere dalle proporzioni dell’azienda, dunque, il loro acquisto si rivela necessario.